PROIEZIONE CINEMATOGRAFICA PER LE SCUOLE DEL FILM
“INTO DAD’S WOODS”, 18 novembre 2022
VITE DI GIOVANI CAREGIVER – 4A EDIZIONE
PROIEZIONE CINEMATOGRAFICA PER LE SCUOLE DEL FILM
“INTO DAD’S WOODS”
La rabbia è un’emozione positiva , non deve distruggere ma aiuta ad andare avanti ; la rabbia diventa grinta . In francese , la parola RAGE (Rabbia) è metà della parola COURAGE (Coraggio) .
Vero Cratzborn
CAST ARTISTICO E TECNICO Léonie SOUCHAUD • Gina Ludivine SAGNIER • Carole Alban LENOIR • Jimmy Mathis BOUR • Tony Saskia DILLAIS DE MELLO • Nora Carl MALAPA • Nico Yoann BLANC • Dr Le Floch Vero CRATZBORN Vero CRATZBORN François VERJANS Eve DEBOISE Philippe GUILBERT Stephan RUBENS Sylvie DERMIGNY Henri MAÏKOFF Loredana CRISTELLI Marc BASTIEN Emmanuel DE BOISSIEU Daniel BLEIKOLM Maxime STEINER Isabelle TRUC Nathalie MESURET Elisa GARBAR REGIA SCENEGGIATURA FOTOGRAFIA SCENOGRAFIA COSTUMI SOUND MONTAGGIO MONTAGGIO DEL SUONO FONICO DI MIX MUSICHE ORIGINALI PRODUTTORE una co-produzione BELGIO-FRANCIA-SVIZZERA VO FR – ST ITA DURATA 90‘ COLORE 1:85 DOLBY
FESTIVALS CANNES FILM FESTIVAL – ECRANS JUNIOR (FR) CORK FILM FESTIVAL – ILLUMINATE MENTAL HEALTH (IRL) FIFF NAMUR – PEPITES (BE) FRANZOESISCHE FILMTAGE STUTTGART INTERNATIONAL COMPETITION (D) FRANZOESISCHE FILMWOCHE BERLIN (D) FRENCH FILM FESTIVAL EDINBURGH (UK) FICX GIJON – ENFANTS TERRIBLES COMPETITION (SP) FORT LAUDERDALE INTERNATIONAL FILM FESTIVAL (USA) BUFF – INTERNATIONAL CHILDREN FILM FESTIVAL (SK)
BIOGRAFIA DELLA REGISTA VERO CRATZBORN
Vero Cratzborn cresce in una città in mezzo alla campagna, nel Belgio orientale. Dopo gli studi all’Università di Liège, a 25 anni scopre il cinema accanto al produttore Bruno Pésery (sui film di Alain Resnais, Noémie Lvovsky, Olivier Assayas, Claire Denis…) poi al regista Leos Carax, cui fa da assistente per due progetti. Scrive e dirige cinque cortometraggi diffusi in televisione e presentati a numerosi festival francofoni e internazionali. Realizza due documentari e un’esperienza documentaristica digitale .
Hanno contribuito nel supportare la regista , a livello psico-pedagogico, alcune psicologhe , ossia Hélène Davtian, Dottoressa in Psicologia e direttrice del progetto Les Funambules / Œuvre Falret in collaborazione con Eliane Collombet e Khadija Maach del Luchese, psicologhe cliniche (Francia), Frédérique Van Leuven, Psichiatra presso il CRP St Bernard in Manage e l’unità di crisi mobile della Regione Centrale (Belgio), e Martine Vermeylen, psicologa e Vice Presidente di Similes Bruxelles. Queste esperte hanno realizzato il “dossier pedagogico” che è stato tradotto dall’Associazione Comip e divulgato dalla stessa a chi ne faccia richiesta.
VITE DI GIOVANI CAREGIVER – “INTO DAD’S WOODS”: matinée per le scuole
In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti Dell’Infanzia e Dell’Adolescenza l’Associazione, COMIP ha offerto alle scuole la visione di un film inedito in Italia, che si ispira a una storia vera per rompere il tabù sulla salute mentale ed accendere una luce sulle vite nascoste di tante ragazze e ragazzi che diventano, loro malgrado, “caregiver”- “colui che si prende cura” dei loro genitori portando sulle proprie spalle pesi che non dovrebbero sostenere da soli/sole.
NOTA DESCRITTIVA DELL’EVENTO
Nella settimana dedicata alle celebrazioni per la Giornata Internazionale dei Diritti per l’Infanzia e l’Adolescenza, l’Associazione COMIP – CHILDREN OF MENTALLY ILL PARENTS torna a proporre un film di qualità per sensibilizzare sul tema dei giovani caregiver, i minori e i giovani adulti con responsabilità di cura, e in particolar modo chi di loro è figlio/a di un genitore che soffre di un disturbo psichico.
Alla proiezione online, ad accesso gratuito, sono stati invitati studenti e insegnanti delle scuole medie e superiori. La proiezione è seguita da un dibattito online con la regista e co-sceneggiatrice, alla cui vera storia il film è ispirato.
Insegnanti interessati possono richiedere gratuitamente il materiale didattico sul film scrivendo a scuole@comip-italia.org scrivendo nell’oggetto dell’e-mail “INTO DAD’S WOODS materiale didattico”.
L’iniziativa è parte del più ampio Progetto “Quando Mamma o Papà Hanno Qualcosa Che Non Va”, avviato a settembre del 2018 dalla stessa associazione per promuovere e diffondere in tutta Italia l’omonima mini-guida alla sopravvivenza per figli di genitori con un disturbo mentale scritta da Stefania Buoni, presidente dell’Associazione, una pubblicazione di Editoria Sociale a cura del CESVOL Umbria/Terni.
Le scuole che desiderino ricevere una copia gratuita della mini-guida da mettere a disposizione dell’Istituto e dei propri studenti possono farne richiesta all’indirizzo: scuole@comip-italia.org
IL FILM – INTO DAD’S WOODS (LA FORÊT DE MON PÈRE) di Vero Cratzborn:
La pellicola è ispirata alla vera storia familiare della regista: protagonista la quindicenne Gina, che si confronta assieme a sua madre, alla sorella e al fratello minori con l’esordio della malattia mentale di suo padre. La ragazza farà di tutto per salvare il suo adorato papà e, nel mentre, incontrerà l’amore.
INTO DAD’S WOODS (LA FORÊT DE MON PÈRE) è la storia di una famiglia, è la salute mentale raccontata attraverso lo sguardo di bambini e adolescenti.
GUARDA QUI (https://www.youtube.com/watch?v=Ppa-AYbF67I) IL TRAILER DEL FILM (ricordati di attivare i sottotitoli in italiano).
MIO CONTRIBUTO
Anche quest’anno come scuola, l’Istituto Tommaso Campanella di Cernusco (MI) , abbiamo partecipato a questa quarta edizione dell’iniziativa di Stefania Buoni e Comip , creando due postazioni per la visione della pellicola franco-belga di Vero Cratzborn , affinché tutte le nostre studentesse e i nostri studenti potessero assistere alla visione , già precedentemente illustrata in classe e diventata materia di studio e di approfondimento come spesso avviene attraverso i miei laboratori emotivo-sentimentali in cui utilizzo il media filmico per arrivare meglio al cuore dei ragazzi e della questione che si vuole affrontare che comunque ha sempre un’implicazione socio-psico-pedagogica importante .
“Figli dimenticati- forgotten children” sono tutti i figli che in casa vivono situazioni come la protagonista del film, ossia come Gina e che si rivelano essere un angolo cieco della psichiatria , nel senso che spesso ci si sente dire “ti aiutiamo e ti separiamo dai tuoi genitori” , mentre invece importante non è distruggere la famiglia , in quanto non è la malattia in sé il problema , quindi la persona che ne soffre, ma sono le CURE che possono cambiare la situazione ed aiutare a far lavorare di più sul ruolo genitoriale, in maniera che così il genitore , pur sofferente, possa viversi anche come ottimo genitore, come accade nel film a Jimmy il padre di Gina.
Questo film si ispira alla vita della regista che appunto ha un padre “speciale” con problemi mentali , ma vi sono inserite anche altre storie di questi figli invisibili , come la stessa regista che è diventata un’attivista , come Stefania Buoni, ossia un “agente attivo di cambiamento” su questo delicato tema della salute mentale in famiglia, dei propri genitori.
L’espressione “Agente attivo di cambiamento” rende molto bene il senso ed il significato che acquisisce questo approccio che dal 2017 Stefania Buoni e gli altri giovani dell’ Associazione divulgano attraverso le tante ed importanti iniziative nelle scuole e in tante altre realtà territoriali , facendosi testimonianza per le future generazioni “perché non è da tutti trasformare in forza, per sé stessi e per gli altri, un dolore”.
Il film non affronta la questione della diagnosi medica , ma pone il focus di osservazione dal “punto di vista dei bambini “, utilizzando un approccio gentile e delicato alla storia, in questo modo più universale, per avvicinare il grande pubblico, mentre di fatto la realtà è spesso molto più dura.
Il tema dello STIGMA è molto forte per questi figli dimenticati e lo troviamo anche nella domanda che nel film il fratello di Gina le pone, quando giocano a braccio di ferro , dicendole “ Diventerò come papà?” .
Vero Cratzborn , nel dibattito dopo il film con Stefania Buoni nel rispondere a tutte le domande degli studenti collegati in streaming, spiega molto bene come quando si è molto piccoli spesso si è smarriti di fronte al malessere del genitore colpito dal problema psicologico grave e non si parla insieme tra fratelli e/o sorelle, come era accaduto anche a lei da adolescente , e come spesso accade ci si porta , da bambino o da adolescente, tutto il peso anche di faccende molto pratiche di cura (accompagnare a scuola i fratellini più piccoli, preparare da mangiare, comperare le medicine in farmacia , ecc.) .
Il film è veramente molto intenso e ricco di riferimenti a tutto questo, anche attraverso l’uso delle metafore come quella principale del “BOSCO”/LA FORÊT che rappresenta la malattia di Jimmy, il padre di Gina, nel suo duplice svelamento e movimento , ossia di giorno è vita , con gli alberi che si muovono , con gli animali , quel senso di aria buona e di libertà del bosco/della foresta , mentre di notte diventa il luogo dell’oscurità , della minaccia e del mistero, luogo in cui ci si può perdere .
Non volendo svelare altro della bella ed emozionante pellicola , invito a recuperarla e ad ascoltare il dibattito al seguente film , ove conoscere meglio le scelte della scrittura del film da parte della brava regista: https://www.youtube.com/watch?v=JU2IMKEnpvw.
Fondamentale è creare “luoghi sicuri” dove ci sia almeno un adulto di riferimento che possa essere un supporto per queste ragazze e ragazzi che vivono questa situazione.
Dopo la visione di questo film , i ragazzi sentono il bisogno di aprirsi e prendono il coraggio di uscire dal proprio isolamento e stigma sociale.
La salute mentale è un fatto sociale , non individuale. Ricordiamolo sempre.
Di seguito , ripropongo un mio contributo sull’edizione passata del 2021 :
King of Atlantis , Marina Nyström e Soni Jörgensen (2019) | I bambini ci guardano (wordpress.com)
Cette année également en tant qu’école, l’Institut Tommaso Campanella de Cernusco (MI) , nous avons participé à cette quatrième édition de l’initiative de Stefania Buoni et Comip , en créant deux stations pour visionner le film franco-belge de Vero Cratzborn , afin que tous nos élèves pouvaient assister à la vision, déjà illustrée auparavant en classe et devenue un sujet d’étude et d’analyse approfondie comme cela arrive souvent à travers mes laboratoires émotionnels-sentimentaux dans lesquels j’utilise le médium cinématographique pour mieux pénétrer le cœur des garçons et des question à laquelle nous voulons faire face et qui, de toute façon, a toujours une implication socio-psycho-pédagogique importante.
Les “enfants oubliés” sont tous les enfants qui vivent des situations à la maison comme la protagoniste du film, c’est-à-dire comme Gina et qui s’avèrent être un coin aveugle de la psychiatrie, au sens où l’on entend souvent les gens dire “on t’aide et on vous séparer de vos parents”, alors qu’il est important de ne pas détruire la famille, car la maladie elle-même n’est pas le problème, donc la personne qui en souffre, mais ce sont les SOINS qui peuvent changer la situation et aider à rendre les gens travailler davantage sur le rôle parental, afin que le parent, tout en souffrant, puisse aussi se vivre comme un excellent parent, comme cela arrive dans le film au père de Gina, Jimmy.
Ce film s’inspire de la vie de la réalisatrice qui a un père “spécial” avec des problèmes mentaux, mais d’autres histoires de ces enfants invisibles sont également incluses, comme la réalisatrice elle-même devenue militante, comme Stefania Buoni, c’est-à-dire une « agent actif de changement » sur cette délicate question de santé mentale dans la famille, de ses parents.
L’expression “Agent actif de changement” traduit très bien le sens et la signification que cette approche acquiert qui depuis 2017 Stefania Buoni et les autres jeunes de l’Association se sont répandus à travers les nombreuses et importantes initiatives dans les écoles et dans de nombreuses autres réalités territoriales, devenant témoignage pour les générations futures “car ce n’est pas à chacun de transformer la douleur en force, pour soi et pour les autres”.
Le film n’aborde pas la question du diagnostic médical, mais privilégie l’observation du “point de vue des enfants”, en utilisant une approche douce et délicate de l’histoire, ainsi plus universelle, pour rapprocher le grand public, tout en la réalité est souvent bien plus dure.
Le thème de la STIGMA est très fort pour ces enfants oubliés et on le retrouve également dans la question que le frère de Gina lui pose dans le film, lorsqu’ils jouent au bras de fer en disant “Est-ce que je deviendrai comme papa ?” .
Vero Cratzborn, dans le débat après le film avec Stefania Buoni en répondant à toutes les questions des élèves connectés via le streaming, explique très bien comment quand on est très jeune on est souvent perdu face au malaise du parent touché par la grave problème psychologique et ne se parlent pas entre frères et/ou sœurs, comme cela lui était aussi arrivé à l’adolescence, et comme souvent, en tant qu’enfant ou adolescente, on porte tout le poids des soins même très pratiques (prendre à l’école ses frères et sœurs plus jeunes , préparer à manger, acheter des médicaments à la pharmacie, etc.).
Le film est vraiment très intense et plein de références à tout cela, aussi à travers l’utilisation de métaphores comme la principale du “BOIS”/FORÊT qui représente la maladie de Jimmy, le père de Gina, dans son double dévoilement et mouvement, qui , pendant la journée, c’est la vie, avec les arbres qui bougent, avec les animaux, cette sensation d’air frais et de liberté du bois/forêt, tandis que la nuit, c’est le lieu de l’obscurité, de la menace et du mystère, un lieu où l’on peut se perdre.
Ne voulant rien dévoiler d’autre sur le beau et passionnant film, je vous invite à le récupérer et à écouter le débat suivant le film, où vous pourrez en savoir plus sur les choix d’écriture du film par la bonne réalisatrice : https:// http://www.youtube.com/watch?v=JU2IMKEnpvw.
Il est essentiel de créer des “lieux sûrs” où il y a au moins un adulte de référence qui peut être un soutien pour ces filles et ces garçons qui vivent cette situation.
Après avoir vu ce film, les enfants ressentent le besoin de s’ouvrir et de prendre le courage de sortir de leur isolement et de leur stigmatisation sociale.
La santé mentale est un fait social et non individuel. Souvenons-nous toujours de cela!
Stefania Cavallo
20.11.2022
Stefania Cavallo
20 novembre 2022